venerdì 9 novembre 2012

Vini di Vignaioli 2012


A Fornovo non potevo mancare neanche quest’anno.
Del resto sono troppo vicino per poter trovare una scusa plausibile per non andare. Poi, alla fine, mi diverto e ci vado volentieri, nonostante anche quest’anno il prezzo del biglietto d’ingresso sia aumentato ancora, costantemente ed inesorabilmente come gli ultimi anni.
Per fortuna hanno cambiato i bicchieri, e non è poco.
E’ bello ritrovare persone che conosci da anni, con cui parli della passione di entrambi, anche se non sanno neanche il tuo nome.
L’atmosfera rustica di sempre, i secchi per terra e qualche personaggio caratteristico come il tipo col megafono a gridare “donne è arrivato Rocco”.
Mi manca tanto la mariola preparata dal circolo e distribuita gratuitamente al pubblico come qualche anno fa.
Mi piacerebbe non veder più quelle “divise” anacronistiche aggirarsi tra il pubblico, ci mancava solamente il piattino argentato con la catena.
Tra l’altro, i sommelier ed esperti presenti erano tantissimi, vestiti normalmente, magari peggio del solito, e confusi tra la folla.
Fornovo non è una fiera per ingessati, soprattutto mentalmente.
L’apertura mentale è il passepartout vero per capire un movimento che sta diventando di dimensioni importanti.
Il vedere Chateau Planquette che rinuncia alla denominazione, una delle più conosciute al mondo, declassando il suo rosso a vino da tavola, in onore della libertà di scelta ed espressione del proprio lavoro, lascia veramente senza parole.
Le cose stanno cambiando.
Anche da noi.
I produttori italiani bio sono aumentati in modo esponenziale negli ultimi anni, relegando la rappresentativa francese ad una minoranza.
Quando la fiera ha avuto inizio, alcuni anni fa, gli italiani erano pochi.
Alcuni di loro, i primi, sono tutt’ora presenti, facendo della fiera un must del settore.
Parlando di vino, per quel poco che sono riuscito a fare, visto il numero improponibile di assaggi possibili, ho trovato novità per me interessanti e belle conferme.
Ecco alcune brevi impressioni sui migliori assaggi della giornata.
il Dominè 2011 di Pievalta, fresco e concentrato ha una marcia in più rispetto al Pievalta 2011, pur sempre di ottima struttura, mentre il San Paolo 2009 ha le stesse tonalità che aveva il Pievalta 2009 due anni or sono, caratteristiche dell'annata riportate magistralmente nel bicchiere.
Buono anche il passito Curina 2010, fermentato, per la prima volta, in parte in anfora.
Il vulcanico Vanni Nizzoli di Cinquecampi non stà mai fermo e ha portato dei nuovi prodotti, un metodo classico di Spergola, più semplice dell’Artiglio, ma molto azzeccato, e poi un altro metodo classico da uve Lambrusco Barghi, una vera chicca, da bere col loretto.
Ottimi anche il Cinquecampi Rosso e il Terbianc, rifermentati in bottiglia.
Cà del Vent mi è piaciuta per la personalità dei vini, ogniuno con caratteristiche ben distinte.
Il Pinot Nero di Elisabbetta Dalzocchio ha eleganza innata, soprattutto il 2009, ancora in esuberanza giovanile, mentre il 2008 sembra essersi chiuso in letargo, in attesa della sua primavera.
Bella scoperta dei piemontesi Crealto, con un Grignolino aggressivo, tutto acidità e tannino, e un bel nebbiolo, e da Conti Cantine del Castello, produttori di un Boca d’altri tempi, vera chicca per amanti del Nebbiolo vero.
Grandissimi vini per Monte Dall’Ora.
Il Ripasso 2009, sottile e freschissimo, è ancora in fase di assestamento, ma il rubino brillante che esibisce fa ben sperare per il futuro.
L’Amarone riserva 2006 La Stropa ha preso la strada dei grandi, pare un’esercizio di stile per finezza.
Non posso dimenticare Il Querciole 2011 di Cà de Noci, Spergola rifermentata in bottiglia, e il Gutturnio, sempre rifermentato in bottiglia di Croci, che potrebbe essere il portabandiera di un vino bistrattato, con un grande passato, un oscuro presente e un roseo futuro, se tutti seguissero quella strada.

8 commenti:

  1. Bel post Daniele!
    Ho notato anche io gli ingessati, sembravano la ronda di quartiere ;).
    Come già sai concordo a pieno rispetto ai Boca di Cantine del Castello.

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  2. Grazie Andrea di essere passato.
    Non mi piace l'atteggiamento mentale di chi si presenta in divisa ad una manifestazione del genere.
    Si tratta di mettersi su un gradino, in modo che il tuo interlocutore sia avvisato di chi si trova davanti.
    Non è un bel atteggiamento.
    Domenica mattina c'era anche il delegato AIS di Parma, ma si è guardato bene dal presentarsi in divisa, ottima scelta.
    Ciao.

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  3. Bel post Daniele, vien voglia di farsi entrambe le giornate a Fornovo dall'armonia e da quell'aria di festa che si respira.
    Pensa che con gli "ingessati" ci ho anche leggermente questionato. Mi hanno fatto un tagliafuori da veri professionisti, i quali sono.
    A presto.

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  4. Il lunedi di solito è un pò più tranquillo, ne varrebbe la pena.
    Gli ingessati non sono passati inosservati vedo.
    Il tagliafuori me lo fanno spesso, lo scorso anno mi sono infervorato abbastanza perchè, mentre stavo parlando con un produttore, è intervenuto un ipotetico giornalista con tanto di taccuino gigante, che si è bellamente intromesso, iniziando una sua conversazione con il mio interlocutore, come se non esistessi.
    Di cafoni in giro ne trovi ovunque e quanti ne vuoi.
    Grazie anche a te dei complimenti, sono commosso :)

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  5. che tristezza, ormai io e cristian non contiamo niente per te ...

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  6. Senza di voi non sarebbe stata la stessa cosa, sappiatelo...

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