lunedì 22 ottobre 2012

Cour-Cheverny AOC, La Porte Dorée 2009, Philippe Tessier

La Loira non è solo Sauvignon e Chenin ma anche vitigni autoctoni poco conosciuti come questo, il Romorantin.
La denominazione Cour-Cheverny prevede nel disciplinare l’utilizzo di solo Romorantin che qui, non a caso, ha trovato una zona d’elezione e che può dare dei vini di ottima qualità.
La zona è piccola, circa 50 ettari, e la produzione limitata.
La curiosità che nutro verso i vini francesi e i vitigni poco conosciuti in genere, mi ha portato ad assaggiarlo alla scorsa edizione di Vini di Vignaioli a Fornovo e non ho esitato a portarne a casa qualche bottiglia.
La Porte Dorée 2009 è giallo paglierino scarico, ma una luce dorata brillante lo pervade, donandogli una luminosità quasi propria, ipnotica.
I profumi sono appena accennati, restii a svelarsi.
Lime, frutta gialla, ma la predominanza è minerale.
Col tempo, e il naso in attesa, escono fiori di acacia, burro e crema al limone.
Resta comunque sempre uno sbuffo salmastro, come uno spruzzo di acqua di mare tra gli scogli.
Una leggera vena di legno, resinoso, si mescola all’etreo dell’alcool, ricordando il distillato di cirmolo.
In bocca è due spanne sopra il livello dei profumi.
Grande acidità e una sapidità debordante lo rendono ostico anche per i palati più allenati.
La morbidezza è notevole, riequilibrando, solo parziamente, una struttura possente.
Molto lungo in bocca, con un finale salino.
Non ricordo un vino così sapido, neanche tra quelli provenienti da vigneti sul mare.
Forse qualche Colliure da Grenache blanc e gris, rari più di questo, gli si avvicinano.
Ho provato anche la versione base, decisamente meno impegnativa e più beverina.
La Porte Dorée ha sicuramente bisogno di restare a lungo nel vetro.
Oppure no, apprezzarlo per la sua irruenza e aggressività.
Difficile abbinarlo a tavola ora, ma qualcosa bisogna pur mangiarci dietro.
Non è uno di quei vini che si possono sorseggiare come aperitivo perchè ti grippa la mascella.
Proverei con qualcosa di grasso e con spiccata tendenza dolce, magari un primo che prevede l’uso della panna.
Oppure, un pesce d’acqua dolce cucinato con una salsa a base di burro, probabilmente il piatto per cui è nato.

6 commenti:

  1. Ciao Daniele, come va? :-)
    Sembra buono vero! Dici che in Italia si trova?
    Altra cosa molto ma molto importante: quanto costa???

    P.S.: come ooodio i caratteri da inserire per postare i commenti!!!!!

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  2. Ciao Gabriele, tutto bene grazie.
    Non ho idea se lo può avere qualcuno, ma penso di si.
    Dovrei sentire un'enoteca della mia zona che tiene queste cose, magari ti faccio sapere.
    Io lo pagai circa 9-10 euro, prezzo molto interessante.
    Ma i caratteri ti riferisci al codice per evitare spam ?
    Non pensavo neanche fosse attivo e non saprei come toglierlo.
    Ciao.

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    1. Esatto, proprio a quelli. Io li ho tolti, ma non ricordo come.
      Vieni a La Terra Treama a Milano a fine novembre??

      Gabry

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  3. Proverò a vedere se ci riesco ;-)
    Capiti a fagiolo.
    Giusto oggi, Riccardi di www.odoriterziari.blogspot.it ha scritto un post sulle fiere del periodo.
    Sinceramente non ho ancora valutato il da farsi.
    Sicuramente sarò il 3-4/11 a Fornovo e il 1-2/12 a Piacenza, perchè sono vicino.
    Se riuscirò a venire a Milano ti farò sapere.
    Grazie mille.
    Ciao.

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  4. L'altr'anno era a Fornovo e ne avevo comprato un po'. Quest'anno non c'è.

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  5. Purtroppo non è nell'elenco dei partecipanti.
    Anch'io avevo preso un paio di bottiglie per tipo.
    Quella rimasta la lascio un pò a stagionare...
    Ci si vede a Fornovo ?

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