lunedì 20 maggio 2013

Al contadino non far sapere... quanto è buono il Contadino 9 di Frank Cornelissen


L’incontro con i vini di Frank Cornelissen è stato uno shock per me.
Non pensavo si potessero fare vini così “nordici” in Sicilia, nemmeno a 1000 metri di altitudine. Al di là del tannino, legato molto al vitigno, le caratteristiche ricordano molto alcuni Borgogna o meglio alcuni Beaujolais.
Anzi, a dir la verità, ci si poteva anche cadere nel tranello, coprendo la bottiglia, i tannini potrebbero assomigliare a quelli del Gamay non diraspato e i profumi molto simili.
Solo in partenza.
Si perché questo vino ha una progressione e una profondità che nessun Gamay, penso, potrà mai avere.
E un’anima profondamente mediterranea.
Io ho fatto esattamente quello che consigliano in azienda.
Stappare fresco (12°-16°), non decantare, non aprire preventivamente ma semplicemente stappare e seguire l’evoluzione nel bicchiere.
E che evoluzione !
Colore rosso rubino scarico, non particolarmente luminoso.
Dopo alcune ore tende ad inspessirsi, a virare su tonalità più scure e profonde.
Al naso, all’apertura è “non pervenuto”, nessun profumo/odore per 5 minuti circa.
Poi, prima fase floreal-fruttata di iris, fragoline, lampone, tutto rosso e croccante.
Seconda fase, speziatura fine di pepe di Sichuan e macis.
Terza fase, minerale di roccia spaccata, ardesia calda, pietra lavica ?
Quarta fase, macchia mediterranea, mirto, alloro.
Quinta fase, salmastro di salamoia, pasta di olive e acciughe sotto sale.
In bocca è meno cangiante ma anticonvenzionale al massimo.
Attacco stuzzicante come di leggera carbonica residua, smorzato da un’impressione di dolcezza.
Fresco da subito, con morbidezza dettata dall’alcool percepibile ma controllato dalla temperatura.
Non eccessivamente sapido, tende a dissetare il pasto.
Tannini gagliardi.
Golosamente rustico, si allunga su gustosi ritorni fruttati, soprattutto il lampone.
Incredibilmente stratificato, progressivo e profondo.
Equilibrio complessivo impensabile per un vino con queste caratteristiche.
Mancherebbe un po’ di morbidezza se non ci fosse l’alcool importante, che sarebbe eccessivo se non ben bilanciato da una freschezza inusuale.
Insomma, in equilibrio precario sul bordo del cratere.
Si sente, inesorabile, la differenza con i vini convenzionali.
Gli scettici, indecisi, confusi sul naturale dovrebbero assolutamente provarlo, aprendo la mente.
Fa la differenza.
Mi conferma gli assaggi di Villa Favorita dell’annata 2012.
Un vino naturale definitivo, un riferimento per la categoria.

6 commenti:

  1. Ho assaggiato il Contadino9 pochi mesi fa e, rileggendo il post mi è sembrato esattamente di berlo nuovamente.
    È rientrato di prepotenza tra i miei vini di riferimento. Grandioso!
    Ora resta sentire il Contadino10, sperando sia all'altezza de 9.
    Bellissimo post.

    RispondiElimina
  2. Grazie Riccardo,
    sono contento di avere un riscontro anche da te sulla qualità di questo vino.
    Non avendo fatto altre esperienze, non ho idea ne della costanza, ne della tenuta nel tempo, ma non penso di essere stato solo fortunato nel pescare la bottiglia perfetta.
    In attesa del Contadino 10...
    Grazie di essere passato.

    RispondiElimina
  3. Bello e coinvolgente il tuo post Daniele come del resto sono i vini di Frank Cornelissen che mi hanno convito già dal loro primo assaggio in un crescendo di emozioni.

    RispondiElimina
  4. Grazie Luigi, dei complimenti e di essere passato.

    RispondiElimina
  5. Al contadino non far sapere... bellissimo!

    RispondiElimina
  6. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina