lunedì 21 gennaio 2013

Azienda Agricola Caparsa, Radda in Chianti, Toscana. Ovvero: Paolo Cianferoni, vignaiolo in Caparsa.

 

Una visita a Caparsa vuol dire fare un tuffo nella storia vitivinicola del Chianti Classico, o meglio dei Monti del Chianti come ama sottolineare Paolo.
Si perché Radda è un luogo a se stante rispetto alla zona della denominazione.
Altitudini elevate, vigneti, pochi, sparsi qua e la tra i fitti boschi di querce e castani.
Paolo spiega, con dovizia di particolari, come è nata la sua avventura di viticoltore, partendo da quando, da ragazzo, ha visto di persona mettere a dimora le piante attorno a Caparsa che sono tuttora li.
L’azienda, come altre della zona, è nata a cavallo degli anni ’60 e ’70, quando il padre acquistò il podere e decise di produrre vino.
I pendii furono disegnati dall’uomo, spianando le terrazze di un tempo, per permettere le lavorazioni con mezzi motorizzati.
Col senno di poi, fu un errore madornale, ma una volta si guardava alla quantità e meno alla qualità.
Si doveva produrre alimento per i lavoratori e non si andava troppo per il sottile.
Le viti furono innestate in campo, con le varietà e i cloni autoctoni, creando un’incredibile biodiversità.
Paolo vuole mantenere questa condizione anche per i nuovi impianti, in modo da preservare il patrimonio che ha ereditato.
Si parla pure di ecosostenibilità.
Si segue le regole dell’agricoltura biologica, cercando il più possibile di rispettare la vita nel vigneto.
I trattamenti, seppur consentiti, sono ridotti al minimo indispensabile.
I vigneti hanno un’esposizione considerata un tempo non ottimale ma, visti i cambiamenti climatici in atto negli ultimi anni, si è rivelata fondamentale per preservarli delle estati calde e siccitose.
In cantina è ancora la tradizione a regnare sovrana.
Vasche di cemento per la fermentazione, botti di legno di varie dimensioni per l’affinamento e inox solo per i travasi e l’assemblaggio.
La visita prosegue e Paolo, che ha già preparato numerose bottiglie dalla sera prima, si perde in cantina, ansioso di farci sentire le differenze che ci sono, nella stessa vendemmia, tra una botte e l’altra.
E’ bello vederlo saltare, come un ragazzino, qua e la per riempire i bicchieri.
Trasmette con forza tutta la passione e l’entusiasmo che mette in un lavoro difficile, ma ricco di emozioni e, ogni tanto, di soddisfazioni.
I suoi vini sono, come spesso succede con i grandi vignaioli, il riflesso della sua personalità.
Il carattere del territorio stesso, aspro e dolce, rustico ed elegante, schietto.
Assaggiamo le riserve. Negli ultimi anni ha prodotto solo quelle.
Caparsino Riserva e Doccio a Matteo, 2006, 2007 e 2008.
Paolo ci fa un regalo aprendo il maestoso e ormai raro Doccio a Matteo 1999.
Ogni vendemmia ha mantenuto caratteristiche e personalità ben distinte dalle altre.
Caparsino Riserva apparentemente più semplice del Doccio, fresco, colpisce per bevibilità, finezza e persistenza.
Doccio a Matteo più profondo già dal colore, da aspettare più a lungo, con un tannino da purosangue.
Richiama il cibo.
Vini veri, fatti per la tavola, non per i punteggi delle schede di degustazione.








Caparsa Azienda Agricola
Localita' Caparsa, 47
53017 Radda In Chianti
Tel.: (+39) 0577738174
Fax: (+39) 0577738651

9 commenti:

  1. Un post che andava fatto Daniele, complimenti. Ci sarebbero da raccontare altri aneddoti, altre piccole emozioni. In ogni modo, è stata una giornata indimenticabile.
    Poi, il Doccio a Matteo 1999 ha dato conferma a tutto. Me lo ricordo ancora, che vino!

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    1. Grazie Riccardo, purtroppo, come tu sai, non sono solito parlare di degustazione fine a se stessa per assaggi fatti, seppur in totale rilassatezza tra amici, in poco tempo.
      Per tentare di capire un vino e focalizzare quello che mi lascia, ho bisogno di più tempo, di aprire la bottiglia a casa, e di riassaggiarla il giorno successivo.
      Seguirà sicuramente un post di degustazione, quando mi azzarderò ad aprire una bottiglia di Paolo.
      Ho cercato di riassumere quello che mi ha lasciato la visita, ma non è stato facile buttare giù, in poche righe, tutto quello che c'era da dire.
      E' stata una gran bella esperienza.

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    2. Capisco bene Daniele, sto provando a fare la stessa cosa, ma effettivamente non è facile.
      A presto.

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    3. Questa la si poteva scrivere a 4 mani.
      Peccato non riuscire a trovare il tempo per parlarne.
      Magari la prossima...
      Ciao.

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    4. Bellissima idea, mi piace davvero tanto. Organizziamo un'uscita primaverile...

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  2. Grazie Daniele, un post che mi riempie di gioia.

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    1. Grazie Paolo, spero di aver comunicato almeno una piccola parte di quello che ho appreso da te durante la visita.
      Il tuo lavoro merita molto di più del mio misero contributo, ma faccio quello che posso :)
      Onorato della tua presenza.
      Grazie.

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  3. E si proprio un bel post Daniele! Anche se letto con ritardo mi ha fatto rivivere la fantastica giornata trascorsa da Caparsa. Paolo Cianferoni gran bella persona ostitalità eccezionale, cosa ancora più importante mi sono piaciuti molto i suoi Chianti.

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    1. Grazie Luigi, sono contento che ti sia piaciuto.
      Alla prossima.

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